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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

NESSUNO È FELICE COME CHI SA DI ESSERE AMATO (Alda Merini)




Commento al Vangelo della II Domenica dopo Natale (05/01/2025)


I.


I filosofi dell'antica Grecia si interrogavano sul principio originario di tutte le cose, l'“arché”, la forza primigenia, ciò che sta all'origine del mondo, che lo fonda, lo muove. I filosofi presocratici individuavano questo “arché” in sostanze materiali, naturali (erano chiamati anche “filosofi della natura”): l'elemento fondamentale era per Talete l'acqua, per Anassimene l'aria, il fuoco per Eraclito, l'atomo per Democrito... Altri cercavano una legge cosmica che regolasse la nascita e la morte di tutte le cose (per esempio la dialettica amore/odio). Aristotele intendeva il principio primo come causa prima di ogni essere e del conoscere. L'“arché” è quindi inteso come materia animata, forza divina, legge unica... L'intento dei filosofi era quello di fare ordine nel caos primordiale (in principio era il caos) e quindi volevano ricondurre tutto all'unità.


II.


Il Vangelo di questa domenica ci parla di “arché”, di principio: Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος. Se i filosofi presocratici identificavano questo principio con elementi materiali, Giovanni evangelista invece lo identifica con il "Logos", la Parola di Dio, la Sapienza di Dio, che era presente quando è stato creato il mondo. Se i primi deducevano le loro teorie dall'osservazione della natura, Giovanni deduce la sua idea dalla conoscenza della fede, che non è qualcosa di irrazionale, ma qualcosa che si fonda sul "Logos", la ragione. In principio, ci dice Giovanni, non c'è il caos ma c'è un disegno preciso di Dio. L'universo non ha il suo “arché” nel fuoco, o nell'acqua, o nell'aria, ma nel Logos che si è fatto carne: Gesù Cristo, dal quale e nel quale sono state fatte tutte le cose, e niente sussiste all'infuori di Lui. L'“arché”, cioè il principio originario di tutto, è il "Logos", lo spirito, la vita. Gesù Cristo non è quindi una tra le varie teorie fondanti o uno dei principi archetipi, ma è l'Unico, il Tutto, al di fuori del quale nulla sussiste. Questa è la verità alla quale noi non possiamo sottrarci anche se, come dice il Prologo, molti “non l'hanno accolta”. A coloro che l'hanno accolta, però, è stato dato di “diventare figli di Dio”.


È questo il grande messaggio del Natale: non le sdolcinate luci natalizie o le pecorelle del presepe, ma la verità che il principio originario di tutte le cose, Dio, entra nel mondo assumendo la carne (“Verbum caro factum est”). Un messaggio che coinvolge tutto il nostro essere.


III.


In conclusione.


È sorprendente vedere che chi ha scoperto il vero "arché", il vero principio originario di tutte le cose, sia stato l'apostolo Giovanni, "il discepolo che Gesù amava". Lui era il più amato da Gesù perché più degli altri amava Gesù. Questo ci dice che, se vogliamo comprendere in pienezza il nostro principio originario, che dà senso alla nostra esistenza, dobbiamo amare Gesù più di tutto. È l'amore che ci apre l'accesso alla verità che ci dona la felicità. Ecco il trinomio indissolubile: amore-verità-felicità. Non c'è felicità nella menzogna e nel non amore. Come diceva anche la grande Alda Merini nella frase comunemente attribuita a lei: “Nessuno è felice come chi sa di essere amato”.


E tu sei felice? Sai davvero di essere amato?

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