Commento al Vangelo della
XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (27/10/2024)
Mc 10,46-52
I.
Nel suo racconto "Il Paese dei Ciechi", Herbert George Wells narra di una valle isolata delle Ande in Ecuador, dove gli abitanti, a causa di una malattia, hanno tutti perso la vista. In seguito a una frana, la valle è rimasta completamente separata dal mondo esterno. Dopo diverse generazioni, gli abitanti si sono adattati alla cecità, sviluppando altri sensi e abilità in modo formidabile. Col passare del tempo, hanno dimenticato l'esistenza di un mondo al di fuori del loro.
Un giorno, un giovane di Bogotà di nome Nuñez, un uomo vedente, precipita accidentalmente nella valle durante un'arrampicata. Trovandosi di fronte agli abitanti ciechi, Nuñez cerca di spiegare loro il mondo esterno e cosa significhi "vedere", ma essi non comprendono il suo linguaggio. Lo considerano un diverso, perché parla di cose sconosciute e prive di senso, come i colori e la luce. Inoltre, lo ritengono un incapace perché non possiede le stesse abilità che loro hanno sviluppato grazie alla cecità.
II.
Nel Vangelo di questa domenica, incontriamo un altro cieco, Bartimeo. Lui, però, non si conforma alla sua condizione e desidera uscire dalla cecità. Quando sente che Gesù sta passando, grida con tutte le sue forze: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!" Gli altri cercano di farlo tacere, ma lui non si arrende. Gesù lo fa' chiamare e gli chiede: "Cosa vuoi che io faccia per te?". Non è una domanda scontata. Abbiamo visto nel Vangelo di domenica scorsa la risposta di Giacomo e Giovanni alla stessa domanda di Gesù. Bartimeo, invece, risponde: "Rabbunì, che io veda di nuovo!". E la sua vista, ma ancora di più la sua vita, vengono completamente trasformate. Bartimeo, recuperata la vista, non torna alla sua vecchia vita da mendicante, ma si mette a seguire Gesù.
Anche a noi Gesù chiede cosa vogliamo che Lui faccia per noi. Ma spesso, invece di comportarci come Bartimeo, incurante delle pressioni esterne, ci lasciamo intimidire e zittire da coloro che, nella nostra società, preferiscono continuare a vivere da ciechi e cercano di soggiogare gli altri alla loro cecità, proprio come i ciechi del racconto di Wells che volevano sottomettere e piegare Nuñez per conformarlo alla loro condizione.
III.In conclusione.
Nuñez, dopo un po' di tempo, inizia ad adattarsi alla vita del "Paese dei Ciechi". Un giorno si innamora della figlia del capo del villaggio e chiede la sua mano. Per poter sposare la sua amata, a Nuñez viene chiesto di farsi rimuovere gli occhi, così da adattarsi perfettamente alla vita del "Paese dei Ciechi". Anche la donna che ama lo invita a sottoporsi a quell'operazione, così da poter vivere insieme e "essere felici per sempre".
Secondo voi, cosa farà Nuñez? Si comporterà secondo il motto che dice che "per amore si fa tutto"? Anche in questo caso, non svelerò il finale del racconto per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora letto il libro. Tuttavia, possiamo intuire quale sarà la sua scelta. Basta chiederci cosa sceglieremmo noi al suo posto: accecarci per amore, adattandoci a un mondo di cecità, oppure mantenere la nostra capacità di vedere e rischiare di perdere l'amore?
Ricordo quando ero in Africa, i giovani cristiani che volevano sposare una ragazza musulmana dovevano abbandonare la loro religione e abbracciare l'islamismo. La cosa curiosa, però, era che nessun giovane musulmano rinunciava alla sua fede per sposare una cristiana. I giovani cristiani che si convertivano all'islamismo dicevano che lo facevano come sacrificio per amore. In realtà, rinunciavano a qualcosa che non avevano mai avuto realmente. Per gli abitanti del "Paese dei Ciechi", perdere la vista è una cosa da nulla, perché non sanno cos'è e non l'hanno mai avuta. Così accade a coloro che perdono la fede in Cristo: in realtà, non l'hanno mai avuta. Di fronte a tanti che non credono più, non dobbiamo preoccuparci perché hanno perso la fede, ma piuttosto perché, in realtà, non l'hanno mai avuta.
E allora, accecarci per adattarci anche noi ad un mondo di tenebre, o affinare la vista per camminare nella luce di Cristo? A noi la scelta.
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