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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 ESATTAMENTE COME VEDI 🇵🇹 EXATAMENTE COMO VOCÊ VÊ 🇬🇧 EXACTLY AS YOU SEE



🇮🇹 ESATTAMENTE COME VEDI

Una riflessione per la XIVDomenica, T.O. - B. (4–7-2021)

< Mc. 6,1-6 (Nessuno è profeta in patria).


I.

Si racconta che in una città abitava un vecchio saggio. Un giorno qualcuno che voleva trasferirsi in quella città andò da lui a dirgli: “vengo da una città dove ci sono solo uomini falsi, bugiardi, interessati, approfittatori, e per questo vorrei cambiare ambiente. Come sono gli abitanti di questa città?”. “Esattamente come quelli” rispose il saggio.

Poco dopo apparve un altro uomo che disse al saggio: “Vengo da una città dove ho lasciato tanti amici, persone simpatiche, generose, allegre... e spero di incontrare anche qui persone così. Come sono gli abitanti di questa città?”. “Esattamente come quelli” rispose il saggio.

II.

Ciascuno nei suoi incontri è condizionato dai propri pregiudizi e pre-comprensioni. Se siamo persone diffidenti, che vedono sempre gli altri come nemici, come approfittatori, sarà difficile che possiamo aprirci a esperienze e incontri positivi, perché negli altri vedremo prima sempre e solo gli aspetti negativi e dei potenziali concorrenti o avversari.

Ricordo una volta di uno che quando un suo amico (almeno così sembrava) e collega aveva avuto una promozione sul lavoro, ne rimase accecato dall’invidia e diceva con sarcasmo: “Ma quando quello è diventato inteligente?”. Non riusciva a conformarsi all’idea che l’altro, più giovane, di più bassa condizione sociale e che a scuola prendeva voti più bassi dei suoi, avesse potuto superarlo.

III.

È quello che successe a Gesù quando è tornato alla sua città dove aveva vissuto per 30 anni. I suoi concittadini, dopo essere rimasti stupiti dalle parole che avevano udito nella sinagoga, invece di lasciarsi conquistare da Gesù, si sono arroccati nei loro pregiudizi e maldicenze:

Ma cosa vuole questo qui? Sappiamo bene chi è, un falegname (quindi un morto di fame), di paternità incerta (infatti lo chiamano figlio di Maria!), che non ha neppure studiato, è arrivato a 30 anni solo aggiustando porte e sedie vivendo in casa di sua madre, single, senza fidanzata, e chi più ne ha più ne metta, ha il coraggio di venire qui a insegnare a noi? Ma facci il favore!!!

IV.

E Gesù rimase meravigliato della loro incredulità. I più scaltri tra noi potrebbero dirGli: ma di cosa ti meravigli? Gli uomini sono tutti così.

Ma Gesù si meravigliò perché Lui era del secondo tipo di uomo che aveva chiesto consiglio al saggio, cioè uno che aveva vissuto esperienze sincere di amicizia e affetto e quindi pensava che tutti fossero come Lui. Invece i suoi concittadini erano per la maggioranza come il primo uomo che aveva chiesto consiglio al saggio: diffidenti, invidiosi, ottusi che vedono solo il male negli altri.

E noi di che tipo di uomo siamo? Tipo primo uomo o secondo? Per scoprirlo basta che guardiamo cosa pensiamo degli altri.

V.

Ma perché l’evangelista Marco riporta questo racconto di un “fallimento” di Gesù? Non so esattamente il motivo, ma mi fa “piacere” vedere che a volte anche Gesù ha fallito. Questo è di consolazione per noi quando per esempio non vediamo i risultati che ci aspettiamo nel nostro rapporto con gli altri, nelle nostre azioni pastorali, nei progetti di lavoro. Se Gesù, che è Dio, non ha raggiunto sempre le sue aspettative (e si meraviglia), cosa possiamo pretendere noi, poveri mortali?

Gesù però si è meravigliato, ma non scoraggiato. Ha fatto nella sua città quel poco che ha potuto e poi se ne è andato nei villaggi d’intorno. Se fosse rimasto solo e sempre a Nazareth non avrebbe ottenuto un gran che. Invece il suo messaggio si è diffuso in tutto il mondo.

Così anche noi, non scoraggiamoci. Il mondo è molto più grande e quando non raggiungiamo le nostre aspettative, pensiamo ai “fallimenti” di Gesù. O forse pensiamo di essere più bravi di Lui e di non fallire mai?

VI.

Nel stesso racconto ma di Luca, i nazareni volevano buttare giù Gesù dal ciglio del monte. A Gesù, che si definisce qui come profeta, viene riservato lo stesso destino dei profeti. I profeti hanno sempre dato fastidio e per questo sono sempre stati eliminati sia fisicamente che moralmente. Oltre alla persecuzione fisica c’è anche quella morale: quando qualcuno dice delle verità scomode se non si può eliminare fisicamente viene perlomeno screditato. La verità di Gesù è scomoda e quindi viene screditato con tutte quelle maldicenze, così come per tutti coloro che vogliono portare avanti il suo messaggio. Il Papa emerito Benedetto XVI diceva che se la Chiesa viene sempre lodata e esaltata e non viene mai perseguitata, dovremmo chiederci se è la Chiesa di Gesù. Quindi non preoccupiamoci più di tanto se i cristiani e la chiesa vengono perseguitati, combattuti, calunniati, uccisi sia fisicamente che moralmente: significa che sono sulla strada giusta. Dovremmo preoccuparci invece quando tutti ci battono le mani.

VII.

Per concludere la nostra riflessione di oggi torniamo al racconto iniziale.

Ma allora gli abitanti della città del vecchio saggio erano buoni o cattivi? Le persone che vivono accanto a te sono buone o cattive? Esattamente come vedi tu. Se tu sei buono saprai vedere il bene nell’altro, ma se sei malvagio, come quelle persone alla sinagoga di Nazareth, vedrà solo il male anche nel più santo degli uomini.


🇵🇹 EXACTAMENTE COMO VOCÊ VÊ

Uma Reflexão para o XIV Domingo, T.O. - B. (4-7-2021)

< Mc. 6:1-6 (Ninguém é profeta no seu próprio país).


I.

Se conta que numa cidade vivia um velho sábio. Um dia alguém que queria mudar-se para essa cidade veio ter com ele e disse: "Eu venho de uma cidade onde só há homens falsos, mentirosos, interesseiros e por esta razão gostaria de mudar de ambiente. Como são os habitantes desta cidade"? "Exactamente como aqueles da tua cidade”, respondeu o homem sábio.

Um pouco mais tarde apareceu outro homem e disse ao sábio: "Eu venho de uma cidade onde deixei muitos amigos, pessoas simpáticas, generosas, alegres... e espero encontrar aqui também pessoas assim. Como são os habitantes desta cidade"? "Exactamente como aqueles da tua cidade”, respondeu o homem sábio.

II.

Cada um de nós vê os outros condicionado pelos próprios pré-entendimentos e preconceitos. Se formos pessoas desconfiadas, que vêem sempre os outros como inimigos, como aproveitadores, etc., será difícil para nós abrirmo-nos a experiências e encontros positivos, porque nos outros veremos sempre apenas os aspectos negativos e os veremos como potenciais concorrentes ou adversários.

Lembro-me de uma vez de uma pessoa que quando um colega amigo dele (ou assim parecia) foi promovido no trabalho, ficou cega pela inveja e dizia sarcasticamente: "Mas quando é que ele se tornou intelligente?". Esta pessoa não conseguiu aceitar a ideia de que o colega dele que era mais jovem, de posição social mais baixa e que obtinha notas mais baixas na escola, poderia tê-lo ultrapassado.

III.

Foi isto que aconteceu a Jesus quando regressou à sua cidade onde tinha vivido durante 30 anos. Os seus concidadãos, depois de terem ficado espantados com as palavras que tinham ouvido na sinagoga, em vez de deixar-se conquistar por Jesus, ficaram entrincheirados com os seus preconceitos e mordidelas: Mas o que quer este aqui? Sabemos muito bem quem ele é, um carpinteiro (portanto um morto de fome), de paternidade incerta (de facto o chamam “filho de Maria”!), que nem sequer estudou, que chegou aos 30 anos apenas arranjando portas e cadeiras vivendo na casa da sua mãe, ainda solteiro, sem namorada, etc., etc., ele tem a coragem de vir aqui e ensinar-nos? Faça o favor.

IV.

E Jesus ficou surpreendido com a incredulidade deles. Os mais espertos poderia dizer-lhe: o que O surpreende? Todos os homens são assim.

Mas Jesus ficou surpreendido porque Ele era do segundo tipo de homem que tinha pedido conselho ao sábio, ou seja, aquele que tinha vivido experiências sinceras de amizade e afecto e, por isso, pensava que todos fossem assim. Em vez disso, a maioria dos seus concidadãos eram como o primeiro homem que tinha pedido o conselho ao sábio: desconfiado, invejoso, obtuso, que só vê o mal nos outros.

E que tipo de homens somos nós? Do primeiro tipo ou do segundo? Para descobrir precisamos apenas de olhar o que pensamos dos outros.

V.

Mas porque é que o evangelista Marco relata este "fracasso" de Jesus? Não sei exactamente porquê, mas fiquei contente de ver que também Jesus “fracassou”. Isto é um consolo para nós quando, por exemplo, não vemos os resultados que esperamos nas nossas relações com os outros, nas nossas acções pastorais, nos nossos projectos de trabalho. Se Jesus, que é Deus, nem sempre alcançou as suas expectativas (e ficou maravilhado por isso), o que podemos nós, pobres mortais, esperar?

Jesus, porém, ficou surpreendido, mas não desanimado. Fez na sua cidade o pouco que podia e depois partiu para as aldeias circundantes. Se tivesse ficado sempre em Nazaré não teria conseguido muito. Em vez disso, a sua mensagem espalhou-se pelo mundo inteiro.

Portanto, também nós, não nos deixemos desencorajar. O mundo é muito maior e quando não atingimos as nossas expectativas, lembramos os "fracassos" de Jesus.

Ou talvez pensamos que somos melhores do que Ele e que nunca falhamos?

VI.

No mesmo relato, mas no de Lucas, os nazarenos queriam atirar Jesus do cimo da montanha. A Jesus, que aqui se auto-apelida como profeta, é reservado o mesmo destino dos profetas. Os profetas sempre foram um incómodo e por esta razão foram sempre eliminados tanto física como moralmente. Para além da perseguição física, há também perseguição moral: quando alguém diz verdades incómodas, se não será eliminado fisicamente, pelo menos será desacreditado. A verdade de Jesus é desconfortável e por isso Ele vem desacreditado com toda essa calúnia, assim como vai acontece com todos aqueles que querem espalhar a sua mensagem. O Papa emérito Bento XVI disse que se a Igreja é sempre louvada e exaltada e nunca perseguida, devemos perguntar-nos se é mesmo a Igreja de Jesus. Portanto, não nos preocupemos tanto se os cristãos e a Igreja forem perseguidos, combatidos, caluniados, mortos física e moralmente: significa que estão no caminho certo. Devemos antes preocupar-nos quando todos nos batem palmas.

VII.

Para concluir a nossa reflexão, vamos voltar à história original do sábio.

Então os habitantes da cidade do velho sábio eram bons ou maus? As pessoas que vivem ao teu lado são boas ou más? Exactamente como você vê. Se você for bom, verá o bem nos outros, mas se você for mau, como aquelas pessoas na sinagoga de Nazaré, verá apenas o mal mesmo no mais santo dos homens.


🇬🇧 EXACTLY AS YOU SEE

A reflection for the XIVth Sunday, O.T. - B. (4-7-2021)

< Mk 6,1-6 (No one is a prophet in his own country).


I.

It is said that in a town there lived a wise old man. One day someone who wanted to move to that town came to him and said: "I have come from a town where there are only false men, liars, interested parties, profiteers, and for this reason I would like to change my environment. What are the inhabitants of this city like?". "Exactly like them,” replied the wise man.

A little later another man appeared and said to the wise man: "I come from a city where I left many friends, nice people, generous, cheerful... and I hope to meet such people here too. What are the inhabitants of this city like?" "Exactly like them," replied the wise man.

II.

Each person in his encounters is conditioned by his own prejudices and preconceptions. If we are mistrustful people, who always see others as enemies, as profiteers, it will be difficult for us to open ourselves up to positive experiences and encounters, because in others we will always see only the negative aspects and potential competitors or opponents.

I remember one time when a friend (or so it seemed) and colleague of a man, got a promotion at work, the man was blinded by envy and said sarcastically: "But when did he become smart?". He couldn't bring himself to accept that the younger man, who was of lower social status and got lower marks at school than him, had been able to surpass him.

III.

This is what happened to Jesus when he returned to his city where he had lived for 30 years. His fellow-citizens, after being amazed by the words they had heard in the synagogue, instead of being won over by Jesus, became entrenched in their prejudices and backbiting:

But what does this one want? We know very well who he is, a carpenter (therefore a starving man), of uncertain paternity (in fact they call him son of Mary!), who has not even studied, who arrived at 30 years old only fixing doors and chairs living in his mother's house, single, without a girlfriend, etc, has the courage to come here and teach us? Give us a break!

IV.

And Jesus was amazed at their unbelief. The shrewdest among us might say to Him: "What do you wonder at? All men are like that.

But Jesus was astonished because He was of the second kind of man who had sought advice from the wise man, that is, one who had experienced sincere friendship and affection and therefore thought that all men were like Him. Instead, the majority of the citizens of Nazareth were like the first man who had asked the wise man's advice: distrustful, envious, obtuse, seeing only evil in others.

And what kind of man are we? First man or second man? To find out, we need only look at what we think of others.

V.

But why does the evangelist Mark report this account of a "failure" of Jesus? I don't know exactly why, but it gives me "pleasure" to see that sometimes Jesus also failed. This is a consolation for us when, for example, we do not see the results we expect in our relationships with others, in our pastoral actions, in our work projects. If Jesus, who is God, did not always achieve his expectations (and he marvelled), what can we, poor mortals, expect?

Jesus was surprised, but not discouraged. He did in his city what little he could and then he left for the surrounding villages. If he had remained alone and always in Nazareth, he would not have achieved much. Instead, his message spread all over the world.

Let us not be discouraged. The world is much bigger and when we do not reach our expectations, we think of Jesus' "failures". Or perhaps we think we are better than Him and never fail?

VI.

In the same account but from Luke, the Nazarenes wanted to throw Jesus off the edge of the mountain. Jesus, who defines himself here as a prophet, is given the same end as the prophets. Prophets have always been a nuisance and have therefore always been eliminated both physically and morally. In addition to physical persecution there is also moral persecution: when someone speaks uncomfortable truths, if they cannot be eliminated physically they are at least discredited. The truth of Jesus is inconvenient and therefore he is discredited with all that slander, as well as all those who want to carry out his message. Pope emeritus Benedict XVI said that if the Church is always praised and exalted and never persecuted, we should ask ourselves whether it is the Church of Jesus. So let us not worry so much if Christians and the church are persecuted, fought against, slandered, killed both physically and morally: it means they are on the right track. We should instead worry when everyone claps their hands at us.

VII.

To conclude our reflection today, let us return to the original story.

So were the inhabitants of the city of the old wise man good or bad? Are the people living next door to you good or bad? Exactly as you see them. If you are good, you will see the good in others, but if you are evil, like those people in the synagogue in Nazareth, you will see only evil even in the holiest of men.


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