🇮🇹 “DE-INFLUENCER” E IL PARADOSSO DELLA SCELTA
(Video e testo in 🇮🇹 italiano)
Commento al Vangelo della Domenica 14 gennaio 2024 (II. TO-B)
Gv 1,35-42 (Ecco l’Agnello di Dio)
I.
Nella lista di coloro che hanno più “followers” (seguaci) sui social al primo posto c’è Cristiano Ronaldo con più dii 600 milioni di followers. Oltre alle grandi celebrità del mondo dello sport, dello spettacolo, della musica… ci sono i cosiddetti “influencer”, ai quali si ricorre per consigli a riguardo dello shopping, per istruzioni su come usare i prodotti (tutor) o per avere informazioni sulle novità commerciali. Ci sono anche i “virtual influencers” e cioè "influencer" creati con l’intelligenza artificiale, che come quelli umani danno molti consigli e hanno milioni di followers.
Nella presentazione del suo libro “Il paradosso della scelta”, Barry Schwartz dice che comunemente si ritiene che massimizzare la libertà delle persone significa massimizzare la loro possibilità di scelta. In un supermarket per esempio abbiamo centinaia di prodotti tra i quali scegliere. Anche riguardo all’identità non la si riceve più come già data ma da scegliere, come sostiene l’ideologia gender. Se i 10 comandamenti anticamente erano scritti su pietra, ora ognuno riceve il suo kit per scrivere i suoi comandamenti. Schwartz conclude che troppa scelta però produce più paralisi che liberazione e anche quando riusciamo a deciderci, rimaniamo sempre con un filo di insoddisfazione perché pensiamo che avremmo potuto fare una scelta migliore. In ogni caso, dopo ogni scelta che facciamo, ci rammarichiamo per le scelte che scartiamo e che rendono meno atraente la scelta che abbiamo fatto. Quando c’erano poche opzioni potevamo attribuire ad altri la colpa di una scelta sbagliata, ora invece con le infinite possibilità di scelta, la responsabilità è solo nostra. Schwartz conclude che l’assenza di una “delimitazione” (che lui chiama “sfera”) è la ricetta dell’infelicità.
Penso che il nostro autore abbia in parte ragione. Infatti quando noi diciamo: “ai miei tempi avevamo meno cose ma eravamo più contenti”, il motivo è perché non c’erano molte alternative e quindi non eravamo responsabili dell’insuccesso di una scelta. Ora invece ci sentiamo gravati dalla responsabilità nello scegliere e ci sentiamo più colpevoli per una scelta sbagliata, perché avevamo la possibilità di farne una migliore.
La “paralisi della scelta” la sperimentiamo anche nelle piccole opzioni quotidiane come scegliere il film da vedere, tra le migliaia di proposte che troviamo su Netflix o Prime (a volte spendiamo più tempo nel scegliere un film che nel vederlo) o dell’hotel per il nostro viaggio, tra le migliaia di offerte che troviamo su Booking. Se la scelta è sbagliata, dobbiamo incolpare solo noi stessi. Anche quando la scelta è buona, rimane però sempre quel pensiero di fondo che avremmo potuto scegliere un film o un hotel ancora migliore.
II.
Potremmo dire che il più grande “influencer” del mondo e della storia è stato ed è Gesù Cristo che attualmente “influenza” direttamente o indirettamente circa un terzo della popolazione mondiale (i cristiani e stimatori) e ha “influenzato” miliardi di persone negli ultimi duemila anni di storia.
Un numero del National Geographic del 2022 si chiedeva come fu possibile che “le idee di un riformatore ebreo proveniente dalla Galilea abbiano incontrato il favore del mondo greco-romano, finendo con il dar vita a una nuova civiltà, quella occidentale”. Tra i vari fattori favorevoli loro sottolineano l’influenza di Paolo di Tarso (un altro influencer strabiliante) che ha aperto questa nuova religione ai gentili e a tutte le categorie di persone (“non c’è più giudeo né greco, né uomo né donna, né schiavo né libero… ma siamo tutti uguali”).
Nel Vangelo di oggi, dei primi discepoli di Giovanni Battista che seguono Gesù, ritroviamo altri “influencer”, come lo stesso Battista che indica Gesù ai suoi discepoli “«Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”, e l’altro influencer è Andrea, che dice al fratello Pietro «Abbiamo trovato il Messia».
Ciascuno di noi nella sua vita ha avuto degli “influencer” che lo hanno introdotto a Cristo (genitori, catechisti, sacerdoti, suore, amici…) e ciascuno di noi è stato o può essere un influencer che introduce altri a Cristo.
III.
A differenza degli influencer di oggi, strapagati per pubblicizzare prodotti che probabilmente non hanno mai sperimentato, noi siamo stati influenzati e influenziamo altri verso Gesù, perché abbiamo sperimentato nella vita ciò che annunciamo, come Andrea che dopo aver passato la giornata con il Maestro corre ad annunciarlo a Pietro e a condurlo da Gesù.
Perché c’è chi si lascia “influenzare” e chi no? Tutto dipende da cosa stiamo cercando. Il vangelo di oggi ci dice: “Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?»”. E la loro risposta fu un’altra domanda “Maestro dove abiti?”, e cioè la richiesta di una relazione vera, profonda, di un legame sincero… Non hanno richiesto cose materiali né idee teoriche, ma hanno chiesto di entrare in intimità con Lui.
Molti non si lasciano “influenzare” da Gesù o lo abbandonano perché non sanno cosa stanno cercando o cercano qualcosa di sbagliato. Chi cerca Gesù solo per interesse, per ricevere dei miracoli o ottenere benefici materiali rimarrà deluso e prima o poi si defila.
Con Gesù siamo esenti dal “paradosso della scelta” perché nella relazione con Lui la cosa più importante non è scegliere ma essere scelti: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Quindi invece della determinazione dello scegliere c’è la sorpresa dello scoprirci scelti, amati e meravigliarsi per questo dono ricevuto, senza sapere il perché. Ci ritroviamo amati come un dono che non ci siamo meritati.
(Mi ricordo in una delle poche canzoni di amore di Francesco Guccini, con la finezza di un elefante in un negozio di cristalleria, diceva stupito alla sua compagna “perché bella, fra i tanti che hai colpito, ti sei gettata addosso proprio a me?”).
Più che meravigliarci perché “Abbiamo trovato il Messia”, dobbiamo meravigliarci perché “Il Messia ha trovato noi”.
IV.
Per concludere.
In questi ultimi tempi, in opposizione allo strapotere degli influencer, stanno prendendo piede i “de-influencer”, che vogliono smentire i consigli dei famosi influencer mostrando ai loro followers come i prodotti da loro consigliati non sono poi così buoni e non valgono tutti quei soldi. Ma anche questi "de-influencer" stanno diventando sempre più potenti, come i loro avversari influencer, per lo meno in notorietà.
Secondo uno studio, “l’84% delle persone in fase di decisione di acquisto si fida molto più dei familiari e degli amici piuttosto che di un annuncio pubblicitario in TV o sui giornali”. E se la maggioranza dei nostri familiari e amici si fida di noi nella decisione di acquistare uma marca di saponetta o un romanzo da leggere, non dovrebbero fidarsi ancora di più per altre scelte molto più importanti?
Pietro si è fidato del fratello Andrea quando gli ha detto “Abbiamo trovato il Messia”, e di sicuro non è rimasto deluso. Anche noi che abbiamo incontrato Gesù nella nostra vita, non abbiamo paura di “raccomandarLo" alle persone che incontriamo: questo è il servizio più grande che possiamo offrire loro, molto più che consigliare dei prodotti di bellezza o dispositivi digitali che ti cambierebbero la vita. Quello che noi raccomandiamo invece, l'incontro con Gesù, cambia davvero la vita, e possiamo stare certi che non ci sarà nessun “de-influencer” al mondo capace di smentire quello che noi raccomandiamo.
Musica di sottofondo: Blinding Lights - The Weeknd (Piano Cover) by Peter Buka
🇵🇹 “DE-INFLUENCER” E O PARADOXO DA ESCOLHA
(Vídeo e texto em🇵🇹 português)
Comentário ao Evangelho de Domingo, 14 de janeiro de 2024 (II. TO-B)
Gv 1,35-42 (Eis o Cordeiro de Deus)
I.
Na lista dos que têm mais "seguidores" (followers) nas redes sociais, Cristiano Ronaldo está em primeiro lugar com mais de 600 milhões de seguidores. Para além das grandes celebridades do mundo do desporto, do espetáculo, da música... há os chamados "influencers", a quem as pessoas recorrem para obter conselhos sobre compras, instruções de utilização de produtos (tutor) ou informações sobre novos produtos. Há também os "virtual influencers", ou seja, "influenciadores" criados com inteligência artificial, que, tal como os humanos, dão muitos conselhos e têm milhões de seguidores.
Na apresentação do seu livro "O paradoxo da escolha" Barry Schwartz afirma que é comum acreditar-se que maximizar a liberdade das pessoas significa maximizar a sua escolha. Num supermercado, por exemplo, temos centenas de produtos à escolha. Mesmo no que diz respeito à identidade, esta já não é recebida como um dado adquirido, mas sim para ser escolhida, como pretende a ideologia do género. Se nos tempos antigos os 10 mandamentos estavam escritos em pedra, agora cada um recebe o seu próprio kit para escrever os seus próprios mandamentos. Schwartz conclui que demasiada escolha, no entanto, produz mais paralisia do que libertação e, mesmo quando conseguimos decidir, ficamos sempre com um fio de insatisfação porque pensamos que poderíamos ter feito uma escolha melhor. Em todo o caso, após cada escolha que fazemos, lamentamos as escolhas que descartamos e que tornam a escolha que fizemos menos atractiva. Quando havia poucas opções, podíamos culpar os outros por uma má escolha, mas agora, com as escolhas infinitas, a responsabilidade é só nossa. Schwartz conclui que a ausência de um "limite" (que ele chama de "esfera") é uma receita para a infelicidade.
Penso que o nosso autor tem, em parte, razão. Porque quando dizemos: "no meu tempo tínhamos menos coisas mas éramos mais felizes", a razão é que não havia muitas alternativas e, portanto, não éramos responsáveis pelo fracasso de uma escolha. Agora, pelo contrário, sentimo-nos sobrecarregados com a responsabilidade de escolher e sentimo-nos mais culpados por uma má escolha porque tivemos a oportunidade de fazer uma melhor.
Sentimos "paralisia da escolha" mesmo em pequenas opções quotidianas, como escolher o filme a ver, entre os milhares que encontramos no Netflix ou no Prime (por vezes, passamos mais tempo a escolher um filme do que a vê-lo) ou o hotel para a nossa viagem, entre os milhares que encontramos no Booking. Se a escolha for errada, só nos podemos culpar a nós próprios. Mesmo quando a escolha é boa, fica sempre aquela ideia subjacente de que poderíamos ter escolhido um filme ou um hotel ainda melhor.
II.
Poderíamos dizer que o maior "influencer" do mundo e da história foi e é Jesus Cristo, que atualmente "influencia" direta ou indiretamente cerca de um terço da população mundial (cristãos e estimadores) e "influenciou" milhares de milhões de pessoas ao longo dos últimos dois mil anos de história.
Uma edição de 2022 da National Geographic perguntava como era possível que "as ideias de um reformador judeu da Galileia tivessem sido bem acolhidas no mundo greco-romano, acabando por dar origem a uma nova civilização, a civilização ocidental". Entre os vários factores favoráveis, eles destacam a influência de Paulo de Tarso (outro influencer extraordinário), que abriu esta nova religião aos gentios e a todas as categorias de pessoas ("já não há judeu ou grego, homem ou mulher, escravo ou livre... mas somos todos iguais").
No Evangelho de hoje, dos primeiros discípulos de João Batista que seguem Jesus, encontramos outros "influencer", como o próprio Batista que indica Jesus aos seus discípulos: <<"Eis o Cordeiro de Deus!" E os seus dois discípulos, ouvindo-o falar assim, seguiram Jesus>>, e o outro influenciador é André, que diz ao seu irmão Pedro: "Encontrámos o Messias".
Cada um de nós teve na sua vida "influencer" que o introduziram a Cristo (pais, catequistas, padres, freiras, amigos...) e cada um de nós foi ou pode ser um influenciador que introduz outros a Cristo.
III.
Ao contrário dos influencer de hoje, que são pagos em excesso para publicitar produtos que provavelmente nunca experimentaram, nós fomos influenciados e influenciamos outros para Jesus, porque experimentámos na vida aquilo que proclamamos, como André que, depois de passar o dia com o Mestre, corre a anunciá-lo a Pedro e a conduzi-lo a Jesus.
Porque é que algumas pessoas se deixam "influenciar" e outras não? Tudo depende do que estamos à procura. O Evangelho de hoje diz-nos: <<Jesus voltou-se e, percebendo que o seguiam, perguntou-lhes: "Que procurais?>>. E a resposta deles foi outra pergunta: "Mestre, onde moras?": foi um pedido de uma relação verdadeira, profunda, uma ligação sincera... Não pediam coisas materiais ou ideias teóricas, mas pediam para entrar na intimidade com Ele.
Muitos não se deixam "influenciar" por Jesus ou abandonam-no porque não sabem o que procuram ou estão à procura de algo errado. Aqueles que procuram Jesus apenas por interesse, para receber milagres ou obter benefícios materiais, ficarão desiludidos e, mais cedo ou mais tarde, desertarão.
Com Jesus estamos isentos do "paradoxo da escolha", porque na relação com Ele o mais importante não é escolher, mas ser escolhido: "Não fostes vós que me escolhestes, mas fui eu que vos escolhi". Assim, em vez da determinação de escolher, há a surpresa de nos descobrirmos escolhidos, amados, e de nos maravilharmos com esse dom recebido, sem saber porquê. Descobrimo-nos amados como um dom que não merecíamos.
(Recordo-me que numa das poucas canções de amor de Francesco Guccini, com a subtileza de um elefante numa loja de cristais, ele diz maravilhado à sua companheira "porquê bela, entre tantos que atingiste, atiraste-te a mim?").
Em vez de nos maravilharmos porque "encontrámos o Messias", devemos maravilhar-nos porque "o Messias nos encontrou".
IV.
Para concluir.
Ultimamente, em oposição ao poder esmagador dos influencer, estão a ganhar terreno os "de-influencer", que querem refutar os conselhos dos influencer famosos, mostrando aos seus follower que os produtos que eles recomendam não são assim tão bons e não valem todo esse dinheiro. Mas mesmo estes "de-influencer" estão a tornar-se cada vez mais poderosos, tal como os seus adversários influencer, pelo menos em termos de notoriedade.
De acordo com um estudo, "84% das pessoas, quando tomam uma decisão de compra, confiam muito mais na família e nos amigos do que num anúncio na televisão ou nos jornais". E se a maioria dos nossos familiares e amigos confia em nós na decisão de comprar uma marca de sabonete ou um romance para ler, não deveriam confiar ainda mais em nós para outras escolhas muito mais importantes?
Pedro confiou no seu irmão André quando este lhe disse: "Encontrámos o Messias", e não ficou certamente desiludido. Também nós, que encontrámos Jesus na nossa vida, não temos medo de o "recomendar" às pessoas que encontramos: é o maior serviço que lhes podemos prestar, muito mais do que recomendar produtos de beleza ou aparelhos digitais que mudariam a nossa vida. Em vez disso, o que recomendamos, o encontro com Jesus, muda realmente vidas, e podemos ter a certeza de que não haverá nenhum "de-influencer" no mundo capaz de desmentir o que recomendamos.
Música no fundo: Blinding Lights - The Weeknd (Piano Cover) by Peter Buka
🇬🇧 DE-INFLUENCER AND THE PARADOX OF CHOICE (Translation not revised)
(Video and text in 🇬🇧 English)
A reflection for the week of 14-1-2023 (II.OT-B)
< Jn 1:35-42 (Behold the Lamb of God)
I.
In the list of those who have the most 'followers' on social media, Cristiano Ronaldo is in first place with more than 600 million followers. In addition to the big celebrities from the worlds of sport, show business, music... there are the so-called 'influencers', whom people turn to for advice on shopping, for instructions on how to use products (tutors), or for information on new products. There are also the 'virtual influencers', i.e. 'influencers' created with artificial intelligence, who like the human ones give a lot of advice and have millions of followers.
In the presentation of his book 'The Paradox of Choice', Barry Schwartz says that it is commonly believed that maximising people's freedom means maximising their choice. In a supermarket for example, we have hundreds of products to choose from. Even with regard to identity, it is no longer received as already given but to be chosen, as gender ideology claims. If the 10 commandments were written in stone in ancient times, now everyone receives their own kit to write their own commandments. Schwartz concludes that too much choice, however, produces more paralysis than liberation and even when we manage to decide, we are always left with a thread of dissatisfaction because we think we could have made a better choice. In any case, after each choice we make, we regret the choices we discard that make the choice we made less atractive. When there were few options, we could blame others for a poor choice, but now with the infinite choices, the responsibility is ours alone. Schwartz concludes that the absence of a 'boundary' (which he calls a 'sphere') is a recipe for unhappiness.
I think our author is partly right. For when we say: 'in my time we had fewer things but were happier', the reason is because there were not many alternatives and therefore we were not responsible for the failure of a choice. Now, on the other hand, we feel burdened with the responsibility to choose and feel more guilty for a bad choice because we had the chance to make a better one.
We experience 'choice paralysis' even in small everyday options such as choosing the film to watch, from the thousands of offers we find on Netflix or Prime (sometimes we spend more time choosing a film than watching it) or the hotel for our trip, from the thousands of offers we find on Booking. If the choice is wrong, we only have ourselves to blame. Even when the choice is good, there always remains that underlying thought that we could have chosen an even better film or hotel.
II.
We could say that the greatest 'influencer' in the world and in history was and is Jesus Christ, who currently 'influences' directly or indirectly about one third of the world's population (Christians and estimators) and has 'influenced' billions of people over the last two thousand years of history.
A 2022 issue of National Geographic asked how it was possible that "the ideas of a Jewish reformer from Galilee met with favour in the Greco-Roman world, eventually giving rise to a new civilisation, the Western civilisation". Among the various favourable factors they point to the influence of Paul of Tarsus (another amazing influencer) who opened this new religion to Gentiles and all categories of people ('there is no longer Jew or Greek, man or woman, slave or free... but we are all equal').
In today's Gospel, of John the Baptist's first disciples who follow Jesus, we find other "influencers", such as the Baptist himself who points out Jesus to his disciples, "Behold the Lamb of God!" And his two disciples, hearing him speak thus, followed Jesus", and the other influencer is Andrew, who tells his brother Peter "We have found the Messiah".
Each one of us in his life has had 'influencers' who have introduced him to Christ (parents, catechists, priests, nuns, friends...) and each one of us has been or can be an influencer who introduces others to Christ.
III.
Unlike today's influencers, who are overpaid to advertise products they have probably never experienced, we have been influenced and we influence others towards Jesus because we have experienced in life what we proclaim, like Andrew who after spending the day with the Master runs to announce him to Peter and lead him to Jesus.
Why do some people allow themselves to be "influenced" and others not? It all depends on what we are looking for. Today's gospel tells us: "Jesus then turned around and, noticing that they were following him, said to them, "What are you looking for?" And their answer was another question, "Master where do you dwell?", and that was a request for a true, deep relationship, a sincere bond... They did not ask for material things or theoretical ideas, but they asked to enter into intimacy with Him.
Many do not allow themselves to be 'influenced' by Jesus or abandon Him because they do not know what they are looking for or are looking for something wrong. Those who seek Jesus only for interest, to receive miracles or obtain material benefits will be disappointed and sooner or later defect.
With Jesus we are exempt from the "paradox of choice" because in the relationship with Him the most important thing is not to choose but to be chosen: "Not you have chosen me, but I have chosen you". So instead of the determination to choose there is the surprise of discovering ourselves chosen, loved, and marvelling at this gift received, without knowing why. We find ourselves loved as a gift we did not deserve.
(I remember in one of the few love songs by Francesco Guccini, with the subtlety of an elephant in a crystal shop, he said in amazement to his companion "why beautiful, among the many you have hit, did you throw yourself at me?").
Rather than marvelling because 'We have found the Messiah', we should marvel because 'The Messiah has found us'.
IV.
To conclude.
Lately, in opposition to the overwhelming power of the influencers, 'de-influencers' are gaining ground, who want to disprove the advice of the famous influencers by showing their followers how the products they recommend are not so good and not worth all that money. But even these 'de-influencers' are becoming more and more powerful, like their influencer opponents, at least in notoriety.
According to one study, "84% of people when making a purchasing decision trust family and friends much more than an advertisement on TV or in the newspapers". And if the majority of our family and friends trust us in the decision to buy a brand of soap or a novel to read, shouldn't they trust us even more for other much more important choices?
Peter trusted his brother Andrew when he told him 'We have found the Messiah', and he was certainly not disappointed. Even we who have encountered Jesus in our lives are not afraid to 'recommend' Him to the people we meet: this is the greatest service we can offer them, much more than recommending beauty products or digital devices that would change your life. What we recommend instead, the encounter with Jesus, really changes lives, and we can be sure that there will be no 'de-influencer' in the world capable of disproving what we recommend.
Background music: Blinding Lights - The Weeknd (Piano Cover) by Peter Buka
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