padre Ezio Lorenzo Bono
Commento al Vangelo della Solennità di
Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2025)
Lc 2,16-21
I.
Nella Messa della notte di Natale nella Basilica di San Pietro, che ho avuto la grazia di concelebrare, Papa Francesco, aprendo la Porta Santa per il Giubileo 2025, ha detto: “Sorelle e fratelli, con l'apertura della Porta Santa abbiamo dato inizio a un nuovo Giubileo: ciascuno di noi può entrare nel mistero di questo annuncio di grazia. Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c'è speranza anche per te! C'è speranza per ognuno di noi ”.
La porta, fin dai tempi antichi, ha avuto un significato simbolico profondo. Gli antichi Romani veneravano il Dio Giano, il cui nome deriva proprio da “ianua”, porta, o “iani", passaggio. Questo Dio, rappresentato come bicefalo (Giano bifronte), con una testa rivolta al passato e una al futuro, era il custode degli inizi e delle transizioni: proteggeva porte, passaggi, ponti, e inaugurava il nuovo anno, tanto che il mese di gennaio porta ancora il suo nome. Sul Gianicolo, Giano avrebbe fondato una città, e il suo culto era legato anche all'Arco di Giano, nel Foro Boario, vicino alla Bocca della Verità. Questo arco, con le sue quattro porte, simboleggiava l'accesso e il passaggio, un'immagine eloquente per riflettere sull'inizio di un cammino.
II.
Oggi, primo giorno di gennaio, noi cristiani non prestiamo culto al Dio Giano, il Dio porta, ma riconosciamo un'altra porta, un'altra “ianua”: Maria. Uno dei suoi titoli più belli è proprio “Ianua Coeli”, porta del cielo. Sant'Ambrogio pregava così: «Aprici, o Vergine, le porte del cielo, poiché ne hai le chiavi».
Non c'è modo migliore per entrare nel nuovo anno se non attraverso questa porta celeste. Maria è stata la “ianua”attraverso la quale Dio è entrato nel mondo, nel mistero dell'Incarnazione che celebriamo in questo tempo natalizio, ed è la stessa porta attraverso la quale noi possiamo entrare nella vita eterna. Nel 2020 Papa Francesco, alle Litanie Lauretano ne ha aggiunto delle nuove tra cui “Maria, Madre della speranza”. Maria quindi non è solo ianua Coeli, ma anche ianua Spei, porta della speranza.
III.
In conclusione.
Sapete che al mondo ci sono più porte che persone. Questo non sarebbe un problema se fossero porte che si aprono all'altro. Purtroppo, però, molte rimangono chiuse: porte di indifferenza, di egoismo, di paura.
In questo Giubileo della speranza, se non possiamo essere “Ianua Coeli” - perché solo Maria è la Porta del cielo - possiamo comunque, come lei, essere “ianuae spei,” porte della speranza. Porte che non chiudono, ma accolgono; non separano, ma uniscono. Come Maria, vogliamo diventare segni concreti di speranza per chi è smarrito, deluso o ferito dalla vita, vogliamo portare speranza in un mondo che spesso sembra rassegnato e consegnato alla disperazione.
Nella sua recente e bella canzone “Amore Disperato”, Achille Lauro raffigura un mondo fatto di relazioni intense, ma segnate da fragilità e conflitti. Scrive: “Ti chiedo scusa, ma lo sai, a volte è complicato”. È il grido di chi si trova intrappolato in una lotta interiore, tra il desiderio di amare e le difficoltà di farlo davvero. Spesso questa complessità si traduce in disperazione. Achille Lauro esprime il bisogno di qualcosa che non sia provvisorio o transitorio e richiama, nella sua canzone, “Sempre e per sempre” di De Gregori, che evoca il desiderio di un amore eterno e incondizionato, capace di resistere alle difficoltà e alle fragilità umane.
In questo mondo segnato dalla disperazione, siamo chiamati a essere “ianuae spei,” porte della speranza, offrendo un amore che rifletta quello divino: eterno, paziente e misericordioso. Il Natale non è la celebrazione di un amore transitorio o fragile, alla Achille Lauro, ma di un amore speranzoso, fiducioso, sereno, come quello evocato da De Gregori, che canta: “Sempre e per sempre tu, / ricordati, / dovunque sei, / se mi cercherai. / Sempre e per sempre / dalla stessa parte mi troverai”.
Sono le stesse parole che Gesù ci ha detto quando è venuto nel nostro mondo: “Io sono con voi, fino alla fine del mondo”. Ed è proprio questa la ragione della nostra speranza.
Buon Anno Santo e buon Giubileo della speranza a tutti.
_________________
Voglio ringraziare tutti coloro che lungo l'anno 2024 hanno letto i miei testi. Come avete visto, nelle mie riflessioni, cerco di seguire più o meno lo schema suggerito dalla “Evangelii Gaudium”: parto da 1. un'IMMAGINE, tratta dalla letteratura, arte, cultura, attualità, vita..., per suscitare l'attenzione e introdurre a 2. l'IDEA centrale del Vangelo della domenica, e concludo con 3. un'EMOZIONE che spinga all'AZIONE.
Chi volesse inviarmi dei commenti, saluti, osservazioni, critiche o consigli, li leggerò molto volentieri. Ecco l'indirizzo email: eziolorenzobono@hotmail.com
Comments