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Immagine del redattore P. Ezio Lorenzo Bono, CSF

🇮🇹 AMICI TUTTI 🇵🇹 AMIGOS TODOS 🇬🇧 FRIENDS ALL

Aggiornamento: 9 mag 2021



🇮🇹 AMICI TUTTI

Una riflessione per la VI Domenica di Pasqua B (9-05-2021)

< Gv. 15,9-17 (Vi ho chiamato amici)

I.

Quando si parla di amore, generalmente pensiamo subito alla relazione uomo e donna. Basta sentire le canzoni o leggere le poesie d’amore, parlano solo di questo tipo di amore. Anche nella Bibbia, quando si vuol parlare della relazione tra Dio e l’umanità, ci si riferisce sempre al modello dell’amore sponsale, come per esempio nel Cantico dei Cantici.

L’amore uomo-donna ha sempre monopolizzato ogni discorso sull’amore.

Eppure esistono altre modalità di amore non meno importanti, come l’amore dei genitori verso i figli e l’amore filiale (oggi è la festa della mamma, un’occasione per dimostrare il nostro amore a chi ci ama o ci ha amato). Esiste l’amore di amicizia. L’amore verso il prossimo, la patria, l’amore di carità. Esiste l’amore spirituale, verso Dio, la Madonna e i santi, la Chiesa. Esiste l’amore per la vita, l’arte, la natura, la scienza... esistono infiniti modi di amare.

II.

Oggi Gesù ci parla dell’amore più grande. Ed è sorprendente sentire che l’amore più grande non è quello di chi da la vita per i figli, o per i genitori, o per il prossimo, o per la patria, o per la Chiesa... e ancora più sorprendente: l’amore più grande non è quello di chi da la vita per Dio... ma dice Gesù: “non c’è amore più grande di chi da la vita per i suoi amici”.

Gesù quindi eleva l’amore per gli amici al livello più alto, mettendolo come emblema dell’amore, a differenza dei profeti dell’Antico Testamento, e a differenza di San Paolo che si riferivano invece all’amore sponsale come modello più alto.

III.

Forse l’amicizia è qualcosa di molto più grande di quello che pensiamo.

Tempo fa era venuto a trovarmi un giovane che indossava una maglietta del gruppo al quale apparteneva, con su scritto “noi più che amici, siamo fratelli”. Allora gli chiesi: tu pensi davvero che essere fratelli è più che essere amici? Se così fosse, Gesù avrebbe detto: “Non vi chiamo servi, ma fratelli”. Invece Gesù ha detto: “non vi chiamo servi ma amici”.

Quanti che sono fratelli di sangue e non solo non si amano, ma si odiano, eppure continuano ad essere fratelli e sorelle (c’è quel proverbiò che dice: “amore di fratelli, amore di coltelli”). È possibile continuare ad essere fratelli e sorelle anche se ci si odia, ma non è possibile continuare ad essere amici se ci si odia: automaticamente la condizione di “amico” scompare, e si arriva a dire “non sei più mio amico”. Invece se non amo fratello e sorella, continuano ancora ad essere miei fratelli e sorelle, anche se non li considero più tali.

Ecco allora che ho consigliato a quel giovane una nuova maglietta per il loro gruppo con la scritta: “Noi più che fratelli, siamo amici”.

IV.

L’amicizia è una cosa seria. Qualcosa che va oltre il legame di sangue, e oltre l’attrazione sessuale: in una relazione di amicizia tra un uomo e donna, quando irrompe l’unione sessuale, già non è più amicizia, diventa qualcosa d’altro. Lo stesso vale per le amicizie tra persone dello stesso sesso: quando irrompe l’attrazione sessuale, non è più amicizia, diventa qualcosa d’altro. L’amicizia è capace di amore libero e puro.

L’amicizia vera, quella intesa da Gesù, è quella capace di amare fino al punto di dare la propria vita per l’amico. È questo tipo di amore che diventa l’emblema dell’amore tra Dio e l’uomo.

L’amico diventa sacramento, cioè segno, dell’amore di Dio per l’umanità.

Gesù stesso ha scelto di amare attraverso il rapporto di amicizia, e non quello sponsale, e pone il suo amore per gli amici come paradigma dell’amore.

V.

L’antico testamento poneva come paradigma dell’amore verso il prossimo, l’amore verso se stessi “ama il prossimo tuo come te stesso”. Così uno che non amava se stesso o peggio faceva del male a se stesso, si sentiva giustificato a non amare o a fare del male al prossimo.

Gesù invece pone come paradigma il suo proprio amore: “Amatevi, come io ho amato voi”. Quindi non ci sono più scuse per non amare. Basta vedere come Lui ha amato per poter amare anche noi allo stesso modo: fino a dare la vita per gli amici.

VI.

Che bello sentirsi dire da Gesù: “Voi siete miei amici...”. Che cosa potremmo desiderare di sentire di più grande di questo, essere chiamati da Dio suoi amici.

E aggiunge “Se farete quello che vi comando”. Sembra una contraddizione, perché un amico non comanda l’altro amico, non pone condizioni. Ma che cosa comanda ai suoi amici? Di amare. Non si può essere amici del Signore se non si ama. Questa è la conditio sine qua non per essere amici del Signore. Non posso essere amico suo e disprezzare altre persone che sono anche loro amici del Signore (come dice il proverbio: “l’amico del mio amico, è mio amico”).

VII.

Rivitalizziamo e rivalutiamo dunque i nostri rapporti di amicizia. Ricontattiamo alcuni di loro che magari non sentiamo da tempo e facciamo loro sentire che continuiamo a volere loro bene.

E oggi, oltre a pregare per tutte le mamme del mondo, preghiamo anche per tutti i nostri amici che abbiamo avuto lungo la nostra vita e che abbiamo ora, ricordandoci che gli amici sono sacramento (segno) dell’amore di Dio per gli uomini e che non c’è amore più grande di che da la vita per i suoi amici.

Vorremmo consigliare a Papa Francesco il titolo di una sua prossima enciclica: non più “Fratelli Tutti”, ma “Amici Tutti”.


🇵🇹 AMIGOS TODOS

Uma reflexão para o VI Domingo da Páscoa B (9-05-2021)

< Jo 15:9-17 (Eu chamei-vos amigos)


I.

Quando falamos de amor, geralmente pensamos imediatamente na relação entre homem e mulher. Basta ouvir canções ou ler poemas de amor, só falam deste tipo de amor. Mesmo na Bíblia, quando se fala da relação entre Deus e a humanidade, a referência è sempre ao modelo do amor esponsal, como por exemplo no Cântico dos Cânticos.

O amor homem-mulher sempre monopolizou todos os discursos sobre o amor.

No entanto, existem outros modos de amor que não são menos importantes, tais como o amor dos pais pelos seus filhos e o amor filial (hoje é o Dia da Mãe, uma ocasião para mostrar o nosso amor àquela que nos ama ou que nos amou). Existe o amor da amizade. Há amor ao próximo, amor ao país, amor à caridade. Há amor espiritual, para com Deus, Nossa Senhora e os santos, a Igreja. Há amor pela vida, pela arte, pela natureza, pela ciência... há infinitas formas de amar.

II.

Hoje Jesus fala-nos do maior amor. E é surpreendente ouvir que o maior amor não é aquele que dá a sua vida pelos seus filhos, ou pelos seus pais, ou pelo seu próximo, ou pelo seu país, ou pela Igreja... e ainda mais surpreendente: o maior amor não é aquele que dá a sua vida por Deus... mas Jesus diz: "não há maior amor do que aquele que dá a sua vida pelos seus amigos".

Jesus eleva assim o amor pelos amigos ao mais alto nível, pondo-o como um emblema do amor, ao contrário dos profetas do Antigo Testamento e de São Paulo que se referiam ao amor esponsal como o modelo mais elevado.

III.

Talvez a amizade seja algo muito maior do que pensamos.

Há algum tempo atrás, um jovem veio visitar-me e usava uma T-shirt do grupo a que pertencia, com a escrita "somos mais do que amigos, somos irmãos". Então perguntei-lhe: pensa realmente que ser irmão é mais do que ser amigo? Se fosse esse o caso, Jesus teria dito: "Não vos chamo servos, mas irmãos". Em vez disso, Jesus disse: “Não vos chamo servos, mas amigos".

Hà muitos que são irmãos de sangue e não só não se amam, mas até se odeiam, e continuam a ser irmãos e irmãs (há aquele provérbio que diz: "amor de irmãos, amor de facas"). É possível continuar a ser irmãos e irmãs mesmo que se odeiem, mas não é possível continuar a ser amigos se se odiarem mutuamente: desaparece automaticamente a condição de "amigo", e pode-se dizer "já não é meu amigo". Por outro lado, se eu não amar o meu irmão e a minha irmã, eles continuam a ser meus irmãos e irmãs, mesmo que eu já não os considere como tal.

Foi então que recomendei a esse jovem uma nova T-shirt para o seu grupo com as palavras: "Somos mais do que irmãos, somos amigos".

IV.

A amizade é uma coisa séria. Algo que vai além do laço de sangue, e além da atracção sexual: numa relação de amizade entre um homem e uma mulher, quando a união sexual irrompe, já não é amizade, torna-se algo diferente. O mesmo se aplica às amizades entre pessoas do mesmo sexo: quando a atracção sexual irrompe, já não é amizade, torna-se algo diferente. A amizade é capaz de amor livre e puro.

A verdadeira amizade, do tipo que Jesus entende, é aquela que é capaz de amar até ao ponto de dar a vida pelo amigo. É este tipo de amor que se torna o emblema do amor entre Deus e o homem.

O amigo torna-se um sacramento, ou seja, um sinal, do amor de Deus pela humanidade.

O próprio Jesus escolheu amar através da relação de amizade, e não o cônjuge, e coloca o seu amor pelos seus amigos como o paradigma do amor.

V.

O Antigo Testamento afirmava como paradigma do amor para com o próximo o amor para consigo mesmo "ama o teu próximo como a ti mesmo". Assim, aquele que não se amava ou pior se machucava, sentia-se justificado em não amar ou machucar o seu próximo.

Jesus, por outro lado, estabelece o seu próprio amor como paradigma: "Amai-vos uns aos outros, como eu vos amei". Assim, já não há qualquer desculpa para não amar. Basta ver como Ele amou para poder amar da mesma forma: ao ponto de dar as nossas vidas pelos nossos amigos.

VI.

Como é bom ouvir Jesus dizer: "Vós sois meus amigos....". Que coisa maior poderíamos desejar ouvir do que isto, ser chamados por Deus seus amigos?

Jesus acrescenta: “…Se fizerdes o que eu vos ordeno". Isto parece uma contradição, pois um amigo não comanda o outro amigo, não devem existir condicionamentos. Mas o que é que ele ordena aos seus amigos? Amar. Não se pode ser amigo do Senhor se não se ama. Esta é a conditio sine qua non para ser amigos do Senhor. Não posso ser seu amigo e desprezar outras pessoas que também são amigas do Senhor (como diz o provérbio: "o amigo do meu amigo, é meu amigo").

VII.

Revitalizemos e reavaliemos, portanto, as nossas relações de amizade. Restabeleçamos a ligação com alguns deles com quem talvez não falamos há tempo e sintam que continuamos a amá-los.

E hoje, para além de rezarmos por todas as mães do mundo, rezemos também por todos os nossos amigos que tivemos ao longo da nossa vida até hoje. Eles nos recordam que os amigos são sacramento (sinal) do amor de Deus pela humanidade e que não há maior amor do que aquele que dá a sua vida pelos seus amigos.

Gostaríamos de sugerir ao Papa Francisco o título de uma das suas próximas encíclicas: já não mais” Irmãos Todos", mas "Amigos Todos".


🇬🇧 FRIENDS ALL

A reflection for the VI Sunday of Easter B (9-05-2021)

< Jn 15:9-17 (I called you friends)


I.

When we talk about love, we generally immediately think about the man and woman relationship. Just listen to love songs or poems, they only talk about this kind of love. Even in the Bible, when they want to talk about the relationship between God and mankind, they always refer to the model of spousal love, as for example in the Song of Songs.

Man-woman love has always monopolised all discourse on love.

But there are other modes of love that are no less important, such as the love of parents towards their children and filial love (today is Mother's Day, an occasion to show our love to those who love us or have loved us). There is the love of friendship. There is love of neighbour, love of country, love of charity. There is spiritual love, towards God, Our Lady and the saints, the Church. There is love of life, art, nature, science... there are infinite ways of loving.

II.

Today Jesus speaks about the greatest love. And it is surprising to hear that the greatest love is not that of one who gives his life for his children, or for his parents, or for his neighbour, or for his country, or for the Church... and even more surprising: the greatest love is not that of one who gives his life for God... but Jesus says: "there is no greater love than he who gives his life for his friends".

Jesus therefore raises love for friends to the highest level, putting it as an emblem of love, unlike the prophets of the Old Testament, and unlike St Paul who referred instead to spousal love as the highest model.

III.

Perhaps friendship is something much greater than we think.

Some time ago a young man came to see me, wearing a T-shirt of the group he belonged to, which said "we are more than friends, we are brothers". So I asked him: do you really think that being brothers is more than being friends? If that were the case, Jesus would have said: "I do not call you servants, but brothers". But Jesus said: "I do not call you servants, but friends".

How many who are blood brothers and sisters and not only do not love each other, but hate each other, and yet continue to be brothers and sisters (there is that proverb that says: "love of brothers, love of knives"). It is possible to continue to be brothers and sisters even if they hate each other, but it is not possible to continue to be friends if they hate each other: automatically the condition of "friend" disappears, and you could say "you are no longer my friend". On the other hand, if I do not love my brother and sister, they still continue to be my brothers and sisters, even if I no longer consider them as such.

That's why I recommended to that young man a new T-shirt for their group with the words: "We are more than siblings, we are friends".

IV.

Friendship is a serious thing. Something that goes beyond blood ties, and beyond sexual attraction: in a friendly relationship between a man and a woman, when sexual union breaks out, it is no longer friendship, it becomes something different. The same applies to friendships between persons of the same sex: when sexual attraction breaks out, it is no longer friendship, it becomes something else. Friendship is capable of free and pure love.

True friendship, as understood by Jesus, is that which is capable of loving to the point of giving the life for the friend. It is this kind of love that becomes the emblem of the love between God and man.

The friend becomes a sacrament, that is, a sign, of God's love for humanity.

Jesus himself chose to love through the relationship of friendship, and not the spousal relationship, and sets his love for his friends as the paradigm of love.

V.

The Old Testament placed as a paradigm of love of neighbour, love for oneselves 'love your neighbour as yourself'. So someone who did not love himself, or worse, harmed himself, felt justified in not loving or harming his neighbour.

Jesus, on the other hand, sets his own love as a paradigm: "Love one another, as I have loved you". So there is no longer any excuse for not loving. It is enough to see how He has loved in order to be able to love in the same way: to the point of giving our lives for our friends.

VI.

How good it is to hear Jesus say, "You are my friends...". What greater thing could we wish to hear than that, to be called by God his friends.

And Jesus adds, “…If you will do what I command you." This seems like a contradiction, because a friend does not command another friend, he does not set conditions. But what does He command his friends to do? To love. You cannot be a friend of the Lord if you do not love. This is the conditio sine qua non to be a friend of the Lord. I cannot be his friend and despise other people who are also friends of the Lord (as the saying goes: 'the friend of my friend is my friend').

VII.

Let us therefore revitalise and re-evaluate our relationships of friendship. Let us reconnect with some of them whom we may not have heard from for a long time and let them feel that we continue to love them.

And today, as well as praying for all the mothers in the world, let us also pray for all our friends that we have had throughout our lives and that we have now, reminding ourselves that friends are a sacrament (sign) of God's love for mankind and that there is no greater love than that which gives its life for its friends.

We would like to suggest to Pope Francis the title of one of his next encyclicals: no longer 'Brothers All', but 'Friends All'.



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